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Sesta Giornata mondiale delle vittime dell’amianto

In occasione della Sesta Giornata mondiale delle vittime dell’amianto, si sono riunite a Casale Monferrato (AL) delegazioni provenienti da Stati Uniti, Brasile, Francia, Messico, Spagna, Svizzera, Gran Bretagna e da numerose regioni italiane, organizzazioni sindacali italiane ed estere.

L’evento, promosso da Associazione Famigliari Vittime Amianto, Cgil, Cisl, Uil e Sicurezza e Lavoro, è stata l’occasione per approfondire le tematiche legate alla “fibra killer” ed elaborare un appello internazionale.
Il testo del documento:
• data la nocività dell’amianto, è indispensabile e urgente eliminarlo completamente dall’ambiente umano.
• In Europa, è stata creata una tragedia di immense proporzioni a causa dell’uso industriale dell’amianto. Come conseguenza, sono già avvenute centinaia di migliaia di morti.

Si tratta di un dato sottostimato, poiché le informazioni su questa tragedia umanitaria sono tragicamente incomplete. Attualmente, l’epidemia di malattie causate dall’amianto si è estesa ai Paesi in via di sviluppo, che stanno continuando a usare amianto.
L’esistenza di un doppio standard tra Paesi industrializzati e in via di industrializzazione è eticamente ingiustificabile e moralmente disdicevole. Vi è un imperativo morale: avviare iniziative di tipo medico e scientifico per prevenire l’insorgenza di malattie causate dall’amianto. Molti cittadini sono a rischio di malattie, a causa della presenza di fibre mortali nei loro polmoni.

La ricerca che riguarda la prevenzione deve avere la massima priorità. È necessario pervenire a una strategia che riguardi la diagnosi precoce e protocolli terapeutici (per asbestosi e tumori causati dall’amianto) e che venga costantemente aggiornata.

• Il cosiddetto “uso controllato” dell’amianto è semplice propaganda commerciale che imbroglia le popolazioni non informate e vulnerabili, incapaci di valutare i rischi che presentano tutti i tipi commerciali di amianto.
E’ imperativo che il crisotilo (amianto bianco) sia incluso nella Convenzione di Rotterdam tra le sostanze per le quali è richiesto preventivamente un consenso informato da parte dei Paesi che lo importano.
• L’esposizione ambientale causata dall’estrazione di amianto e dai suoi usi costituisce un’altra catastrofe umanitaria che coinvolge la salute di questa e delle future generazioni. Nelle aree delle comunità come Casale Monferrato, Bari, Corsica, Widnes (Inghilterra) e Getafe (Spagna) permane un inquinamento diffuso nell’aria, acqua, suolo ed edifici.
• Le comunità colpite che stanno cercando di agire per attenuare gli inquinamenti da amianto devono ottenere il sostegno delle Agenzie Internazionali, delle Autorità regionali e dei Governi nazionali.

È essenziale identificare le aree che sono state inquinate da decenni di sfruttamento dell’amianto e mettere loro a disposizione i fondi necessari e rendere disponibili le conoscenze tecniche necessarie per affrontare in maniera esaustiva il lascito negativo dell’amianto.
• Il procedimento giudiziario che si è svolto in Inghilterra contro la Cape Asbestos, e ora quello in svolgimento a Torino contro gli azionisti di controllo della multinazionale Eternit, rappresentano il simbolo concreto delle battaglie per ottenere giustizia da parte delle vittime dell’amianto. Nel procedimento giudiziario in Italia, più di 6000 persone si sono costituite parte civile. Questi procedimenti giudiziari mostrano l’importanza di assumere una prospettiva internazionale per quanto riguarda
i diritti delle vittime e i crimini legati all’amianto determinati dalle multinazionali.
• Tutte le vittime di malattie causate dall’amianto (quelle maligne e altre) hanno il diritto di essere indennizzate, indipendentemente dal fatto che la malattia si sia determinata per cause lavorative, ambientali, domestiche o di
altro genere. In prima istanza, l’indennizzo deve essere reso operativo in tempi rapidi e deve essere di giusta entità.
L’esperienza francese (FIVA) rappresenta un esempio di come ciò possa essere raggiunto. Se viene dato avvio a un Fondo, questo deve essere finanziato da contributi che derivino da datori di lavoro privati e pubblici. In ogni caso, deve essere salvaguardato il diritto legale di procedere con cause civili o penali riguardo ai danni e alle responsabilità.
In conclusione, affermiamo che quella dell’amianto è un’industria criminale, che ha esposto grandi quantità di persone a rischi mortali pur di conseguire un profitto.
Domandiamo giustizia.

Fonte sicurezzaelavoro.org

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