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Una Perla per le lavoratrici piemontesi

Sono disponibili i primi risultati dell’indagine “Donna P.E.R.LA. – Prevenzione e Rischi sul Lavoro”, nata dall’esigenza di indagare le condizioni di salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori in alcuni settori ad elevata occupazione femminile in Piemonte. Il progetto è stato realizzato da un gruppo di lavoro interdisciplinare composto da: Graziella Silipo Responsabile progetto – CGIL Piemonte, Franca Turco Coordinatrice progetto – Consigliera Parità Piemonte, Laura Seidita CGIL Piemonte, Aldo Celestino CISL Piemonte, Anna Maria D’Angelo e Teresa Cianciotta UIL Piemonte, Angelo d’Errico e Denis Quarta Epidemiologia Piemonte, Giuseppina Roggero Inail Piemonte, Giulia Ciralli Assessorato Sanità – Regione Piemonte.

L’indagine si è svolta tra giugno e settembre 2010 in settori che occupano in prevalenza donne, quali l’industria tessile e dell’abbigliamento, la grande distribuzione, l’assistenza all’infanzia e agli anziani, le imprese e cooperative di pulizia.Le aziende sono state individuate sulla base del più recente archivio Inail delle attività produttive, ponendo particolare attenzione anche ai rapporti sindacali e unitari all’interno delle aziende.

Tutti i lavoratori e le lavoratrici occupati nelle aziende individuate sono stati invitati a collaborare dal momento dell’avvio dell’iniziativa mediante l’autocompilazione di un questionario volto a rilevare informazioni di tipo socio-demografico, sulle condizioni di lavoro e sull’esposizione a fattori di rischio occupazionale, sul carico di lavoro familiare e sull’esposizione a fattori ergonomici nello svolgimento del lavoro domestico, nonché sulla morbosità dei soggetti partecipanti (in particolare su disturbi psichici e patologie muscolo-scheletriche).

Il questionario è stato somministrato all’interno delle aziende, in orario di lavoro, durante un’assemblea sindacale dedicata. Una modalità che ha consentito di raggiungere risultati ottimi nel rapporto tra questionari consegnati e compilati e in seguito elaborati.Emerge che le donne intervistate sono particolarmente esposte ad aspetti psicosociali sfavorevoli sul lavoro, come la scarsa possibilità di utilizzare e sviluppare le proprie capacità tecniche (già meno utilizzate fra le donne rispetto agli uomini), la percezione che il proprio lavoro sia poco riconosciuto, la mancanza di supporto da parte dei supervisori, l’ingiustizia nella risoluzione dei conflitti e nella distribuzione dei carichi di lavoro, i conflitti casa-lavoro e le prepotenze subite da supervisori e colleghi.

È elevato anche il numero delle lavoratrici e dei lavoratori esposti a fattori ergonomici negativi sul lavoro, ad esempio per sollevamento e movimentazione di carichi pesanti (25%) e flessione o rotazione frequente del busto (56%). Un buon numero di lavoratori, tra il 30 e il 50%, secondo l’aspetto considerato, lamenta aspetti microclimatici sfavorevoli.

Per quanto riguarda le condizioni di salute, molti soggetti riferiscono di soffrire di particolari patologie quali lombalgia (27%) o disturbi muscolo-scheletrici dell’arto superiore (52%) e depressione (8%), con prevalenza di molto superiore tra le donne rispetto agli uomini.I dati analizzati ed elaborati saranno restituiti ai lavoratori delle aziende che hanno partecipato all’indagine e divulgati tra gli organi di vigilanza, soprattutto tra i RLS (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza) e le RSU (Rappresentanze Sindacale Unitaria), per supportare i processi di valutazione dei rischi e di miglioramento delle condizioni di lavoro e di salute nei settori individuati.In autunno sarà organizzato un convegno di presentazione dei dati in cui sarà reso disponibile il report completo dell’indagine al fine di stimolare la discussione dei risultati.

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Giulio morelli

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© Giulio Morelli Consulente per la sicurezza e haccp. Corsi di formazione online e in aula
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