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Lo stress lavoro correlato

Il testo unico sicurezza varato dal governo nel 2008 ( D. lgs 81/08 ) introduce anche in Italia l’obbligo di valutare i rischi da stress in ambito lavorativo, accogliendo i contenuti dell’accordo europeo del 2004. In quel testo, siglato nell’ottobre di quell’anno dal sindacato europeo e dalle associazioni imprenditoriali europee, si parlava esplicitamente di stress come di un problema sul quale era necessario “migliorare la consapevolezza e la comprensione da parte dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei loro rappresentanti, attirando la loro attenzione sui sintomi che possono indicare l’insorgenza di problemi di stress da  lavoro”.
Infatti con la normativa vigente in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro, il datore è obbligato ad effettuare la valutazione del rischio stress da lavoro correlato, offriamo consulenza e formazione a prezzi modici in tutta Italia, chiedi un preventivo gratis dal form dei contatti che trovi qui a sinistra o chiama il numero verde 800146627, esperti dal 1994 nella consulenza alle imprese.
Di seguito vi riporteremo diversi approfondimenti sui seguenti argomenti:

Va detto che il tema dello stress occupazionale ha una gestazione lunga e difficile , anche a causa della delicatezza e della complessità della materia. Un primo tentativo di promuovere una normativa sull’argomento  risale al 1989, quando il consiglio delle Comunità europee emanò una direttiva-quadro in cui si diceva, tra l’altro, che il datore di lavoro doveva “adeguare il lavoro all’uomo, in particolare per quanto concerne la scelta dei metodi di lavoro e di produzione”. Sebbene non vi fosse un esplicito riferimento allo stress, la direttiva conteneva comunque in luce gli elementi per adottare misure legislative che tenessero conto di tale problema ( cosa che fecero già da subito alcuni paesi del nord Europa ).

Valutazione

In Italia il riferimento normativo del D. lgs 626/94, sebbene esauriente negli aspetti tecnici, risultava carente però sugli aspetti organizzativi, che come vedremo hanno un ruolo preminente nell’originare disagi psico-fisici riconducibili allo stress. Ora, con l’approvazione del Testo unico, la legge si adegua alle indicazioni europee, per cui all’articolo 28 si legge “la valutazione di cui all’art 17 (…. ) deve riguardare tutte le tipologie di rischio compreso lo stress da lavoro-correlato.”
C’è, tuttavia, ad una prima impressione, un ritardo culturale sul tema, che riguarda un po’ tutti i soggetti interessati e ha varie motivazioni, e che probabilmente prenderà tempi lunghi per l’attuazione piena delle misure idonee  a fronteggiare lo stress lavorativo ( anche in considerazione del fatto che la recente approvazione del decreto “Milleproroghe” ha fatto slittare dal  gennaio al 16 maggio 2009 l’obbligo da parte del datore di lavoro di procedere alla valutazione del rischio, un’ultima proroga è stata concessa per le imprese le quali potranno adeguarsi entro e non oltre il 1 gennaio 2011 comprese le PA).
Se andiamo a guardare nelle varie realtà produttive, scopriamo infatti che si è fatto poco o nulla negli anni passati e che anche per il futuro occorrerà una capillare opera informativa che sensibilizzi tutti i soggetti coinvolti , dal lavoratore al datore di lavoro, agli RLS e alle figure mediche coinvolte.

Linee guida

Occorre, però, una piccola premessa per fare chiarezza su cosa si intende per stress, che non è in sé una patologia ma uno stato psico-fisico cronico che può generare una serie di patologie.L’agenzia europea per la sicurezza e salute sul lavoro   ( European agency for safety and health at work ) definisce lo stress come una situazione i cui “ le persone percepiscono uno squilibrio tra le richieste avanzate nei loro confronti e le risorse a loro disposizione per far fronte a tali richieste ).
Le linee guida sono state emanate in ritardo rispetto all’obbligo entrato in vigore con il decreto legislativo n° 81 del 2008, una circolare del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del 18/11/2010, n. 23692  dava le indicazioni necessarie al datore di lavoro per procedere ad una corretta ed adeguata valutazione del rischio stress in azienda.
Nelle realtà lavorative  situazioni di questo tipo sono diffusissime, ne consegue che lo stress vi trova terreno fertile per insorgere e generare poi a sua volta squilibri psicologici che possono dare origine a varie patologie, tra cui spiccano quelle cardiovascolari, quali ipertensione, angina, infarto, e quelle gastrointestinali, tra cui ulcera e colite. Il nodo della questione sta nell’individuare quando lo stress ha origine lavorative e quando, al contrario, è generato da fattori esterni.
In un seminario sul tema tenuto nel 2003 dal Sirs ( servizio informativo rappresentanti sicurezza ), viene evidenziato che si tratta di un argomento complicato, in cui la statistica aiuta poco: non è detto infatti che se il problema interessa dieci o novanta lavoratori su cento, solo nel secondo caso si sia in presenza di fattori che generano stress, essendo le risposte a particolari situazioni molto diverse da individuo a individuo. Quindi, anche su questo aspetto ci sarà da elaborare gli strumenti più idonei per individuare il rischio da stress lavoro-correlato.
Andando a verificare come stanno le cose nelle varie categorie si scopre quindi che il ritardo legislativo si accompagna ad una scarsa consapevolezza del problema dello stress, spesso associato ad altri fenomeni quali il mobbing o il burn-out.
Nella sanità  i fattori specifici che influiscono sullo stress sono molteplici, ma in particolare riguardano il personale infermieristico sottoposto a turni che ruotano sulle ventiquattro ore. Il problema però non è mai stato contemplato a livello contrattuale, nel contratto nazionale si fa riferimento al mobbing, ma sullo stress manca ancora un approccio organico complessivo.
La sanità peraltro, è governata a livello territoriale, e questo determina una frammentazione delle eventuali iniziative di intervento e di denuncia.

Questionario

I lavoratori esposti al rischio dovranno essere sottoposti ad un questionario anonimo, potrete richiedere una consulenza per ricevere il test ai nostri uffici al numero verde 800146627.
Per quanto riguarda i metalmeccanici , una corposa ricerca, effettuata tramite un questionario dalla Fiom nel febbraio 2008 ha evidenziato uno stato di disagio profondo, in cui prevalgono le problematiche legate all’orario e all’organizzazione del lavoro. Quasi il 30 per  cento degli interpellati lamentava problemi di tensione, stanchezza, irritabilità , ansia, che sono poi alcuni dei sintomi che l’agenzia europea per la sicurezza e salute sul lavoro indica come conseguenza di stress.
Lo stress nell’ambito dei metalmeccanici è considerato il quarto fattore di rischio dopo il microclima, gli agenti fisici  e gli agenti chimici.
Tra i bancari il tema dello stress da lavoro è molto sentito, e viene considerato uno di quei rischi tipici del settore dei servizi e del terziario avanzato, infatti la fisac ha fatto una ricerca  in Puglia, con 2000 questionari, che ha dato il 70 per cento di risposte valide. Da questa ricerca risulta che lo stress riguarda il 35 per cento degli uomini e un 44 per cento delle donne. Dunque percentuali molto superiori alla media riscontrata in altri settori ( 7,8 % ). I risultati della ricerca indicano inoltre che il 40 per cento manifesta forti sintomi di ansia; il 90 % ritiene di non essere coinvolto nei processi gestionali; il 30 % sente la propria vita invasa eccessivamente dal lavoro; il 20% avverte solitudine nelle situazioni lavorative; il 48 % ritiene che il salario per obiettivi ha compromesso il rapporto con i clienti; il 38 % considera che il sistema incentivante spinge a operazioni di scarso valore sociale.
Principali cause di stress
Il nocciolo del problema va ricercato prevalentemente nell’organizzazione del lavoro e in particolare nelle modifiche intervenute negli ultimi quindici anni. Flessibilità e precarietà sono i primi elementi che devono essere presi in considerazione come generatori di stress, ai quali poi vanno sommati fattori specifici, settore per settore ( ad esempio , nel rapporto con la clientela gli addetti al commercio; nelle pressioni aziendali per la vendita di prodotti finanziari tra i bancari; nel lavoro all’aperto e nella solitudine tra gli addetti ai trasporti, e così via ).
Sarà utile , infine, ricordare alcuni dati che possono aiutare a comprendere il fenomeno: secondo l’Agenzia europea per la salute e sicurezza sul lavoro,”in Europa la condizione di stress da lavoro-correlato interessa quasi un lavoratore su quattro, e dagli studi condotti emerge che una percentuale compresa tra il 50 e il 60 per cento di tutte le giornate lavorative perse è dovuta allo stress”.

Scadenza

La scadenza che incombe sulle aziende,  sia pubbliche che private, per effettuare la valutazione del rischio stress connesso al lavoro-correlato  è stabilita al 1 gennaio 2011 dopo varie proroghe che sono state emanate dal ministero in quanto mancavano le appropriate linee guida. Chi non ottempera al decreto legislativo n° 81 del 2008 e successive modifiche 106/09 incombe in pesanti sanzioni penali e amministrative.
Un consulente per tale servizio costa sui 150 euro per aziende sotto i dieci lavoratori, per aziende con più dipendenti potrete richiedere un preventivo personalizzato al numero verde 800146627 o inviare una richiesta di contatto tramite il form in alto a sinistra.
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© Giulio Morelli Consulente per la sicurezza e haccp. Corsi di formazione online e in aula
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